Valentina e Luna: conosciamo le future maestre della 1^ Primaria 2025/2026

11 Dicembre 2024
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Luna Felice e Valentina Verna sono le due maestre delle future prime della Scuola Primaria di S. Umiltà. Si distinguono per passione, competenza e un forte desiderio di accompagnare i loro alunni nello sviluppo delle loro potenzialità. Per conoscere meglio il loro approccio educativo, abbiamo rivolto loro alcune domande riguardanti il loro percorso formativo, la progettazione didattica e i punti cardine dell’offerta formativa della Scuola.

Intervista alle docenti della 1^ Primaria Marri-S.Umiltà

Da quanto tempo insegnate alla scuola elementare Sant’Umiltà, a Faenza?

Luna: Sono entrata in questa scuola nel 2017 come insegnante di scuola dell’infanzia e dall’anno successivo invece ho iniziato ad insegnare alla primaria; da lì in poi non sono più voluta andare via.

Valentina: Una vita fa! Ho iniziato il mio cammino come insegnante di scuola primaria nel lontano 2006. Ora sto concludendo un altro quinquennio segnato da dure potature sociali (covid, alluvione) ma unico per i frutti portati. Ogni giorno ho accanto bambini meravigliosi, famiglie attente e collaborative, colleghi competenti e disponibili e mi trovo in un luogo dove si respira l’essere scuola nell’attenzione e nella cura che gli uni hanno verso gli altri, indipendentemente dal ruolo: mi sento immensamente grata.

Che cosa ritenete più importante del percorso di un bambino all’interno della scuola primaria?

Luna:Penso che la cosa più importante per un bambino nel suo percorso scolastico sia essere contento di andare a scuola, perché vede la scuola come un luogo in cui può essere se stesso, libero di esprimersi e consapevole di trovare insegnanti che lo valorizzano e lo aiutano a crescere quotidianamente.

Valentina: Imparare a usare le tre lingue: la lingua della mente, del cuore e delle mani per diventare non solo studenti competenti, ma persone mature, empatiche, collaborative, pronte a contribuire positivamente per il bene comune: persone che sappiano “prendere in mano la propria vita e farne un capolavoro.

Che cosa significa per voi educare una classe/gruppo e ogni singolo suo membro?

Luna: Uno degli aspetti per me più importanti è l’essere empatica nei confronti dei bambini; ognuno ha il suo carattere, la sua indole e le sue attitudini ed è nostro compito tirarli fuori, incoraggiandoli giorno per giorno. Essere pronti ad ascoltarli, a spronarli, a consolarli, a farli sbagliare, ad essere lì per loro nei giorni “sì” e soprattutto in quelli “no”.

Valentina: Significa prima di tutto accogliere ciascun bambino nella sua unicità e bellezza, con le sue potenzialità e le sue fragilità. Significa creare un ambiente di apprendimento inclusivo dove ogni alunno si senta valorizzato e rispettato, ma anche motivato e spronato a scoprire  e sviluppare i propri talenti.  “Per crescere un bambino ci vuole un villaggio”. Fondamentale è la sinergia con la famiglia e tutta la comunità educante. Tutti sono chiamati a trasmettere valori come la solidarietà, la compassione, il rispetto, aiutando i bambini a comprendere l’importanza di essere parte di una comunità e di prendersi cura gli uni degli altri per diventare cittadini consapevoli e responsabili, aperti alla vita e al prossimo.

Gli aspetti più significativi del tuo mestiere?

Luna: Credo sia fondamentale trovare tutti i modi possibili per mantenere alto l’interesse dei bambini stimolando la loro curiosità; essere flessibili, adattare il percorso in base alla classe e alle circostanze; creare un clima accogliente in cui i bambini sono i protagonisti dell’apprendimento, formato da tutti gli insegnanti che fanno parte del team della classe; dialogare e collaborare con le famiglie creando un rapporto di fiducia con l’obiettivo comune, che è il bene del bambino.

Valentina: La consapevolezza che l’educazione è un atto d’amore, una vocazione complessa e affascinante, ricca di responsabilità, ma anche di tante soddisfazioni. Essere maestri richiede una combinazione di competenze, qualità personali e conoscenze. Tanti sono gli ingredienti del mestiere: la passione per l’insegnamento, che spinge a “dare la vita” per i propri bambini, con costante dedizione e piena fiducia, nella realizzazione di quel disegno, inscritto nel mistero della loro vita.”Il bambino è la più grande e confortante meraviglia della natura. Noi insegnanti possiamo solo aiutare l’opera già compiuta.” Nel nostro mestiere non può mancare l’originale creatività nella progettazione delle attività, per una didattica dinamica, laboratoriale, ludica che mette il bambino al centro e rende l’apprendimento coinvolgente e attivo. Penso all’entusiasmo e agli occhi luminosi e ridenti dei miei alunni durante i bellissimi progetti svolti: dalla mappatura degli alberi del giardino della scuola, alla realizzazione di un calendario artistico “parlante”, al plastico “interattivo” in ceramica  del centro di Faenza con il metodo Munari…alle uscite, alle gite, alle “costruttive” ore di cittadinanza digitale  nel laboratorio di informatica e STEAM….SUPER! Ai maestri è  richiesta anche una certa sensibilità e flessibilità nell’adattarsi ai passi diversi che ogni bambino compie nell’apprendimento, favorendo un ambiente inclusivo e favorevole per ognuno. Essenziale è l’accurata comunicazione e la preziosa collaborazione con le famiglie e tutta la comunità educante: insieme si fa la differenza!