Carta dei servizi

Carta dei servizi


PROGETTO PEDAGOGICO


La Fondazione Marri-S.Umiltà, nel proprio progetto pedagogico, persegue il consolidamento di un’esperienza formativa ed educativa rivolta ai bambini, ragazzi e famiglie faentine e del territorio circostante, cercando di offrire una educazione ispirata ai valori cristiani.

Il Nido d’infanzia è presente oggi in quattro sedi per un totale di 121 posti con servisi rivolti ai bambini dai  6 mesi ai 2 anni.

L’ascolto delle problematiche familiari e della disponibilità della scuola all’accoglienza, hanno reso necessaria e possibile l’organizzazione del servizio tenendo conto dei seguenti criteri:

  1. La necessità di organizzare un servizio che rispetti, in un gruppo, i ritmi e i bisogni dei bambini.
  2. L’importanza di dare a questa realtà una sua specificità educativa senza perdere il “filo diretto” con la scuola dell’infanzia, realizzabile con una piena condivisione dei valori educativi e la cooperazione nella pratica didattica.
  3. La necessità di dare priorità all’accoglienza e alle attività di routine, potenziando i momenti più significativi dell’inserimento, dell’ingresso/uscita dei bambini, dei pasti e del riposo.
  4. La necessità di instaurare un rapporto scuola/bambino/famiglia basato sulla fiducia  e quindi di potenziare la collaborazione e il dialogo con i genitori.

I  servizi che proponiamo trovano motivazione:

– nel campo educativo all’interno del P. E. I. (progetto educativo d’istituto) che pone il bambino al centro dell’agire educativo.

– come risposta ai crescenti bisogni formativi delle famiglie e come aiuto nell’educazione dei figli.

– nell’adeguamento alle trasformazioni legislative in atto.

  1. FINALITÀ

L’asilo nido rappresenta la prima opportunità per offrire al bambino un reale ambiente sociale dove l’infanzia viene riconosciuta come presenza storica, nel rispetto delle sue caratteristiche e alla luce di un progetto educativo che assicura concrete occasioni formative.

L’asilo nido è uno “strumento” educativo necessario a tutti quei genitori che vogliono garantire al bambino una costante presenza formativa anche in loro assenza. Il progetto pedagogico del nido dedica particolare attenzione all’autonomia socio-affettiva, corporea, educativa che riconosce nel gioco il principale mezzo d’approccio e di comunicazione.

Possiamo definire tre “aree di esperienza” all’interno delle quali collocare le attività che costituiscono il progetto nido:
– la corporeità, aspetto particolarmente importante perché in età 0-3 anni il corpo rappresenta il principale strumento di conoscenza del mondo circostante;
– la socialità, poiché il bambino viene abituato alla presenza degli altri attraverso la condivisione degli spazi e dei giochi, sviluppando in parallelo le sue capacità affettive e di socializzazione;
– la comunicazione, aspetto che investe tutte le aree d’esperienza. Poiché la comunicazione infantile è caratterizzata da un linguaggio non verbale, si offre al bambino la possibilità di esprimersi attraverso l’utilizzo di altri linguaggi: iconico, mimico-gestuale.

In generale è possibile affermare che, da un punto di vista pedagogico, il nido d’infanzia possiede la capacità e gli strumenti per stimolare lo sviluppo di tutte quelle competenze/abilità tradizionalmente attribuite allo “spontaneo”, offrendo occasioni di sviluppo autentiche.

  1. L’ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO

Fin dal primo periodo dell’inserimento, nel corso del quale l’ambiente viene preparato per l’accoglienza, l’attenzione delle educatrici si concentra sulla strutturazione degli spazi e sull’organizzazione delle attività per raggiungere gli obiettivi cognitivi, affettivi, relazionali progettati.

Il servizio è organizzato in  gruppi sezione per il nido full time, part time e spazio bimbi divisi per età

Il rapporto numerico Educatrice –bambini rispetta le indicazioni della direttiva regionale vigente.
Il Personale

L’educatrice è un punto di riferimento stabile per il gruppo a lei affidato, soprattutto nei momenti di routine, al fine di creare una relazione “significativa” adulto-bambino, presupposto indispensabile ad un buono sviluppo affettivo, cognitivo e sociali del bambino.

Il bambino e i genitori devono “sentire di potersi fidare”, di poter contare sulla sua presenza in qualsiasi momento di bisogno, l’educatrice diviene quindi colei che accoglie il bambino, lo accompagna e lo rassicura nelle sue paure.

La “dada”: il ruolo della dada è quello di essere di aiuto nelle esperienze didattiche più impegnative, essere di supporto nelle attività di routine, soprattutto quella del pranzo, di riordinare gli spazi ed infine di provvedere alla pulizia ordinaria degli ambienti secondo le indicazioni igienico -sanitarie fornite dall’ A.U.S.L

Il personale di servizio: il personale di servizio viene scelto in base ai bisogni del servizio.

Il rapporto numerico Educatrice –bambini rispetta le indicazioni della direttiva regionale vigente.

la Mensa

La cucina è gestita dal personale della cooperativa G.E.M.O.S.

Per i menù si seguono le indicazioni fornite dalle dietiste del comune, nel rispetto della tabella dietetica data dal servizio pediatrico. Sono possibili variazioni in caso di intolleranza e allergia certificati.

I cibi usati vengono scelti rispettando i parametri posti dalla normativa di legge.

  1. CRITERI E MODALITÀ DI ORGANIZZAZIONE DEL CONTESTO EDUCATIVO

Lo spazio

Sulla base dei dati che emergono nei primi momenti dell’inserimento, la nostra attenzione di educatori e organizzatori punta su alcuni criteri:
– La sistemazione degli arredi e dei materiali in funzione delle esperienze e dell’autonomia.
– Il bambino che sceglie come muoversi e cosa esplorare.
– Lo sviluppo delle competenze cognitive in base agli ambiti che abbiamo deciso di considerare in modo più efficace.

Spazi interni ed esterni

Ingresso/accoglienza (zona filtro)

Spazi sezione

Palestra

Sala del riposo

Disimpegno

Bagni

Spogliatoio e bagni del personale

Parco verde con giochi

L’ingresso

È lo spazio della prima accoglienza, dedicato più al genitore che, soprattutto durante l’inserimento, deve sostare nell’ambiente; alle pareti dei pannelli utilizzabili come espositori di materiale informativo e formativo. Come arredamento gli armadietti spogliatoio per i bambini.

La sezione

È lo spazio-nido che diventa “ambiente di vita e di cultura”, luogo dove ogni bambino si sente libero di agire, di scegliere secondo le proprie motivazioni interiori, di essere operativo nel gioco singolo e di gruppo.

In essa convivono vari contesti:

Ambito creativo/artistico

Permette al bambino di esprimersi attraverso il disegno, la pittura e le creazioni plastiche sperimentando colori, tecniche e materiali, per definire le abilità manuali e percettive.

L’arredo è essenziale: tavoli e sedie per accogliere il gruppo dei bambini; mobili e carrelli per contenere il materiale (carta, fogli, pennarelli, pastelli, pastelli a cera, colori a dito, tempera, pennelli, colla forbici, fogli, pasta didò, stampi, spugne, materiale naturale e di recupero) che sarà scelto dalle educatrici in funzione del percorso progettato; una parete-lavagna per il disegno spontaneo.

La metodologia è quella di laboratorio: gruppi più o meno grandi, in base alle scelte progettuali, utilizzano questo spazio in tempi organizzati.

Area dell’accoglienza e del racconto

Piccolo, posto in un angolo della sala, per dare anche fisicamente il senso di protezione al bambino che qui si “raccoglie” per condividere con la sua educatrice, o con pochi amici, un’esperienza affettiva molto intensa; è questo lo spazio dove il bambino ascolta, guarda, racconta, si racconta… e si può “nascondere” quando sente il bisogno di estraniarsi per un momento dal contesto del gruppo più grande e “faticoso” per le sue capacità di relazioni. Cosa contiene: panche, tappeti, scaffali e contenitori per libri e altri oggetti che possono favorire l’accoglienza ed il racconto.

Area dei travestimenti e del gioco simbolico

È l’angolo del gioco simbolico, dell’affettività e della relazione, in questo spazio più che in ogni altro, il bambino fa esperienza di sé e dell’altro.  Egli s’identifica e si proietta nei ruoli da lui scelti o che gli sono proposti, esprime il proprio vissuto utilizzando un linguaggio mimico gestuale.

Il gioco della “casa”

L’arredamento è quello della cucina : mobile con piano cottura e forno, un mobiletto, un tavolo con seggiole, piccoli utensili e un sopralzo per il gioco del mercatino.

Il gioco dei travestimenti

Uno scrigno per contenere gli indumenti e gli accessori per i travestimenti, uno specchio per il trucco ed una seggiolina, sono i materiali essenziali per allestire questo angolo.

Area sensoriale

Finalizzato allo sviluppo senso/percettivo, questo spazio è attrezzato di materiali che favoriscono le esperienze tattili nei momenti dedicati al gioco spontaneo, arricchendo  in tal modo le esperienze didattiche organizzate.

Cosa contiene: giochi sonori, materiali tattili anche di recupero.

Angolo del pranzo

Attrezzato di tavoli, sedie e mobili scelti secondo la normativa vigente e in relazione dell’età dei bambini è utilizzato oltre per il pasto principale, per la merenda del mattino e del pomeriggio.

Palestra

Vi è uno spazio riservato al nido per le attività psicomotorie strutturate, quali percorsi e esperienze di movimento, in tempi opportunamente scelti e organizzati. Oltre allo sviluppo psicomotorio, questo tipo di attività stimola alla collaborazione e alla cooperazione.

I materiali:  cuscini e tappeti di diversa dimensione e forma, carrello con attrezzi per attività psicomotoria.

Sala riposo

Utilizzato al pomeriggio, è comunque usufruibile anche al mattino se il bambino manifesta l’esigenza di riposare. L’ambiente, oscurabile, è arredato con lettini e brandine in rispetto della normativa sull’arredo e ripiani per riporre gli effetti personali del bambino.

Il bagno

Usufruibile da chi soggiorna nella sala per il riposo e nella sezione, Il numero dei vasi e dei lavabo corrisponde a quanto previsto dalle disposizioni di legge.

Spogliatoio e bagni del personale

spazio riservato alla privacy del personale, con armadi spogliatoio, un tavolo d’appoggio, qualche sedia e il bagno.

Spazi esterni

Vitali per lo sviluppo psicofisico e motorio del bambino, offrono la possibilità di esplorazioni ed esperienze dell’ambiente naturale. Sono utilizzabili due spazi verdi per il gioco spontaneo con uno spazio attrezzato di “mini palestra”, giochi e tricicli  che favoriscono una crescita armonica.

La scelta dei tempi

Nasce dalla valutazione di tre elementi: le esigenze delle famiglie, i ritmi biologici del bambino e la realtà della struttura. Questi dati sono mutabili, perciò anche l’organizzazione dei tempi deve avvenire secondo il criterio della flessibilità.

– orario di apertura:

8 – 16.30 con possibilità di anticipo e posticipo 7.35/18.00 – nido part time 8-14

– calendario di apertura

da settembre a luglio – dal lunedì al venerdì

Una giornata “tipo” al nido

8 – 9.15 -> Accoglienza
Le educatrici accolgono il bambino cercando di rassicurarlo  nel momento del distacco: è il momento del gioco libero negli angoli opportunamente predisposti nella spazio dedicato al gioco. È opportuno sottolineare l’importanza di questo momento che spesso risulta “difficile”: il bambino deve separarsi dal genitore, perciò richiede attenzione e tranquillità. L’educatrice deve poter riservare “uno spazio di tempo”, anche se breve, all’accoglienza personale del bambino e del genitore.

9.30 – 10 -> Merenda
Attività di routine che è possibile valorizzare nel suo aspetto educativo. Scandisce l’inizio delle attività organizzate della giornata: ci si “raccoglie” tutti insieme nel refettorio per condividere un’esperienza, che non è propriamente di gioco, ma che può assumere il carattere giocoso oltre che offrire l’opportunità di sviluppare importanti capacità sensoriali.

10 – 11 -> Esperienze di laboratorio/gioco
In sezione, all’aperto o in altri ambienti usufruibili dai bambini, l’educatrice struttura questo momento secondo le metodologie definite nel progetto didattico.

11 – 11.30 -> Il bagno
È il tempo “più privato” fra educatrice e bambino. Il bambino “sente” e non può rinunciare all’intimità di questo momento dove l’educatrice è “tutta per lui”, è perciò importante valorizzarlo come momento favorevole per rafforzare il rapporto affettivo oltre che per educare al riconoscimento del sé corporeo. È bene in questo caso rispettare i tempi fisiologici del bambino, per cui andranno rivisti quando l’educatrice avrà raggiunto una conoscenza personale dei bambini.

11.30 – 12.30 -> Il pranzo
È un momento di routine la cui caratteristica principale è appunto la ritualità con cui si svolge: “andiamo in bagno, ci laviamo le mani, ci mettiamo il bavaglino, ci sediamo a tavola, aspettiamo l’arrivo del pranzo, mangiamo e al termine del pranzo, dopo aver riposto il bavaglino, andiamo a giocare.” Come per la merenda, è un momento importante per l’orientamento temporale del bambino: al nido tutto accade prima e dopo il pranzo o la merenda. Questo spazio di tempo assume il carattere gioioso della condivisione e soprattutto è occasione di educazione alimentare.

12.30 – 14.45 -> Il riposo
Serenità e tranquillità devono caratterizzare questo momento che costituisce un’esperienza “speciale” da condividere con gli amici. L’educatrice è attenta a rispettare le abitudini “di casa”, facendone occasione educativa per lo sviluppo dell’autonomia personale nell’operazione del cambio e favorendo nel bambino l’espressione del proprio vissuto.

Per il mattino non è previsto il riposo, è comunque possibile organizzarlo quando si presenta questa necessità.

In questa fascia oraria i bimbi P.T. si preparano per l’uscita.

14,45 – 15.00 -> Il risveglio
Il tempo del riposo può variare a seconda delle abitudini personali, perciò il personale è organizzato in modo tale da rispettare i tempi dei singoli bambini.

15.00-15.15 -> In bagno

15.15 – 15.45 -> La merenda

15,45 – 16.30 -> L’uscita
La giornata al nido è al termine, i bambini aspettano i genitori giocando, l’educatrice si rende disponibile per le brevi comunicazioni ai genitori sugli eventi più significativi della giornata.i

  1. SCELTE METODOLOGICHE E DIDATTICHE

Il gioco

E’ il contesto che stimola il bambino alla scoperta e alla ricerca di nuovi saperi. Per gioco il bambino impara, scopre e conosce se stesso e la realtà che lo circonda, ma è anche vero che a 12-24 mesi il bambino deve imparare a giocare e ciò è possibile attraverso le esperienze di gruppo. Condividere i giocattoli, gli spazi, le attenzioni dell’educatrice è una cosa nuova e comporta non poche difficoltà, ma è anche il presupposto al gioco in gruppo e per il gruppo. Nella nostra programmazione educativa puntiamo l’attenzione proprio sulla condivisione di esperienze, aiutando il bambino a prendere coscienza di sé e del gruppo.

I laboratori

La didattica di laboratorio permette al bambino di essere il vero protagonista nelle esperienze e di imparare sperimentando e permettendo un intervento più “personalizzato” dell’educatrice. Le attività sono proposte a tutto il gruppo o a piccoli gruppi a seconda delle caratteristiche organizzative dell’esperienza.

Sono così presenti attività di ascolto, di imitazione, manipolazione, colore a seconda dei periodi dell’anno, delle feste e del numero dei bimbi.

Il ruolo dell’educatrice nei laboratori

L’educatrice fa esperienza “con il bambino”, ma deve essere in grado anche di “lasciarlo fare” quando la situazione lo permette; in questo modo assume un ruolo di “accompagnatrice attenta” che sa osservare, ascoltare ed interpretare i bisogni e le difficoltà del bambino, rispettando i “suoi tempi” di elaborazione e rielaborazione delle esperienze.

L’educatrice progetta con cura l’esperienza, predispone il materiale e l’ambiente, sceglie le strategie adeguate per coinvolgere i bambini e interviene direttamente quando necessario.

La flessibilità

Il bambino non è una realtà statica, egli è in continuo movimento e crescita; spazi, tempi, modalità e metodologie non possono perciò sottrarsi al carattere della flessibilità. A garantire le scelte più opportune sono la verifica dei progetti, l’osservazione del bambino ed il confronto con le famiglie, strutturati secondo le modalità definite in fase di progettazione.

  1. CRITERI DI FORMAZIONE DEI GRUPPI-SEZIONE

La divisione in gruppi viene fatta in base all’età dei bambini, abbiamo così la formazione di una sezione di semidivezzi con bambini dai 12 ai 24 mesi e due sezioni di divezzi con bambini dai 24 ai 36 mesi.

Lo spazio bambini invece accoglie bambini dai 24 ai 36 mesi.


  1. CRITERI DI INSERIMENTO

Al fine di facilitare l’inserimento del bambino, si sono definiti i seguenti criteri:

Gradualità dei tempi di inserimento, adattandoli ai bisogni del bambino.

Presenza del genitore nei primi giorni (se possibile almeno una settimana).

Inserimento a piccoli gruppi in base ad un calendario organizzato in ordine di età

  1. PROPOSTE EDUCATIVE
    Nei mesi di settembre e ottobre, le educatrici sono impegnate nell’inserimento e osservazione dei bimbi.

Da ciò viene formulata la progettazione, che oltre tenere conto delle indicazioni del collegio delle educatrici e del coordinatore pedagogico, tiene conto principalmente delle caratteristiche di ogni bimbo e del gruppo in toto.

La progettazione è poi condivisa con  i genitori.

Tutto ruota intorno ad un filo conduttore ( un personaggio, una favola, la natura…ecc.)

che segue le esperienze,le routines, le attività dei bambini con lo scopo di perseguire gli obiettivi educativi e relazionali prefissati nel cammino annuale.

La progettazione assicura che tutto ciò che viene proposto non sia lasciato alla casualità, ma abbia una intenzionalità educativa.

Tutto viene documentato ai genitori ( con cartelloni, foto, descrizione delle attività, filmati), ai bimbi (con un libro che raccoglie , in sequenza, le esperienze vissute durante l’anno secondo il filo conduttore , e con piccoli resoconti di esperienze o progetti di breve durata) e infine al gruppo delle educatrici ( presentazione e verifica dei progetti e attività realizzati in ogni sezione compilando schede predisposte dal coordinatore e dal collegio).

  1. CRITERI E MODALITÀ E PARTECIPAZIONE DELLE FAMIGLIE E DEL RAPPORTO CON IL TERRITORIO

Il primo incontro con le famiglie avviene nei giorni dell’Open Day, dove il genitore riceve le prime informazioni ed ha la possibilità di vedere gli spazi e di incontrare il personale.

Ad iscrizione avvenuta, generalmente a fine giugno. le educatrici incontrano i genitori per concordare il calendario degli inserimenti ed informare sulle modalità e caratteristiche dell’inserimento stesso. Viene, inoltre, dato un questionario per conoscere le abitudini del bambino che dovrà essere riconsegnato prima dell’inizio frequenza. Un altro colloquio è previsto a febbraio/marzo per confrontarsi sulla crescita del bimbo e le eventuali difficoltà e prendere  accordi per aiutarlo nel suo cammino educativo.

– A settembre (prima settimana), le educatrici incontrano i genitori per la presentazione del regolamento e si rendono disponibili per i colloqui individuali.

– Ad inizio novembre (nella 1° quindicina), le educatrici condividono con i genitori l’evoluzione e la “partenza” del cammino annuale , sottolineando alcuni principi e regole fondamentali per la serenità del gruppo.

– A gennaio le educatrici presentano ai genitori le proposte educative e formative inserite nella progettazione annuale.

Di particolare importanza è la proposta “Una giornata al nido”, in cui i genitori, secondo un calendario predisposto concordato con le educatrici, vivono una mattina al nido proponendo un’attività ,un laboratorio secondo le proprie capacità. Questo momento vuole  far conoscere e vivere in modo più diretto l’esperienza di gruppo e di vita del proprio figlio, non come semplici osservatori , ma come collaboratori di un’esperienza.

L’équipe pedagogica, formata dalle educatrici e dal coordinatore pedagogico, è sempre disponibile per incontrare i genitori e/o eventuali esperti dell’AUSL o privati, in base alle indicazioni della famiglia, allo scopo di trovare soluzioni alle eventuali problematiche che si presentano di volta in volta. È parte dell’organico della scuola una psicologa che offre consulenza ed interviene come esperto nelle problematiche educative sia in supporto agli insegnanti, sia alle famiglie.

Sono previsti momenti di scambio e riflessione tra i genitori con o senza esperti su tematiche relative all’infanzia.
Altre occasioni di incontro con le famiglie sono le feste (in genere a fine anno e la festa riservata ai nonni), i laboratori creativi per genitori e figli ed i momenti di formazione per i genitori.

  1. CRITERI E MODALITÀ DI FUNZIONAMENTO DEL GRUPPO DI LAVORO

Le educatrici partecipano ,insieme alle altre colleghe di tutti i nidi della Fondazione, ai momenti di confronto , riflessioni e aggiornamento  concordati con il coordinatore pedagogico. Questi momenti tracciano il percorso e scandiscono momenti di progettazione e verifica in base alle fasce d’età dei bambini ( lattanti, bimbi dai 12-24 mesi, 24-36 mesi) , per sede, o per team di sezione.

Vi sono dei tempi stabiliti di riflessione sulle osservazione svolte,progettazione e verifica (6 volte distribuite durante l’anno), 4 collegi, 2 incontri con il coordinatore e momenti di aggiornamento (partecipazione all’aggiornamento comunale e/o della Fondazione Marri S.Umiltà, e/o presenti sul territorio).

Vi è un progetto di continuità che si realizza con la scuola dell’infanzia e che è costituito da tre momenti:

– il libro delle routines giornaliere preparato e consegnato alla sezione dalla maestra della sezione infanzia dei 4 anni;

– una mattina insieme ai bimbi dell’infanzia per vivere alcune routines e attività  nella loro aula;

– un momento di gioco e festa insieme

Tutto ciò concordato insieme dalla maestra e dall’educatrice e presentato ai genitori.

Il coordinatore pedagogico è presente nei momenti di collegio . E’ presente nella sede Marri  il martedì mattina per le necessità dei genitori e del personale nido e infanzia.

Con l’educatrice ha un incontro individuale a fine anno in base ad un questionario predisposto di riflessione e verifica.

E’ disponibile sempre per incontri con le educatrici, con i genitori in base alle necessità e alle urgenze

Una volta all’anno incontra in assemblea le assistenti , e una volta le incontra individualmente.

Fa osservazione in sezione almeno 1 volta ll’anno , oppure tutte le volte che viene segnalato la problematicità di qualche bimbo.


  1. VALUTAZIONE

Non esiste un momento in cui l’insegnante non osservi, ogni azione condivisa con i bambini è di per sé osservazione, l’insegnante raccoglie una serie di dati che vanno compresi per poterli contestualizzarli. Ciò si realizza attraverso il confronto con l’       assistente e il coordinatore e la compilazione di griglie che aiutano la rielaborazione dei dati osservati, tutto ciò per ogni bambino.

– Le griglie individuali fungono anche da supporto nei colloqui con le famiglie programmati 2 volte all’anno.

– A metà e a fine anno scolastico, l’insegnante è tenuta alla compilazione di una scheda valutativa dei progetti, del percorso educativo proposto, rispetto al gruppo e al singolo.

– Altri momenti valutativi sono i collegi e gli incontri con il coordinatore.

– Secondo poi le norme regionali, è attivato un percorso di autovalutazione tra il personale , da ripetersi ogni tre anni, con griglia riassuntiva dei risultati emersi, con piste di lavoro future. Il questionario di autovalutazione è predisposto dal CPP provinciale.

– In via sperimentale, nella Regione Emilia Romagna, vi è anche un percorso di etero valutazione a cui abbiamo partecipato nell’anno 2014/15.

–  Alla fine di ogni percorso annuale, anche le famiglie sono chiamate a valutarne il percorso , gli spazi , le relazioni  attraverso un modulo predisposto dalla Fondazione stessa.

  1. DURATA

Il PEI viene rivisto annualmente per ciò che riguarda le presenze numeriche dei bambini e delle sezioni. Per il suo contesto di base viene rielaborato ogni tre anni.

IL COORDINATORE PEDAGOGICO
Prof. Giuseppe dalle Fabbriche