Essere maestre della scuola dell’infanzia: la scelta di Sabrina, Monica e Federica

27 Gennaio 2023
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Considerare i “perchè” dietro alla propria azione educativa è un’attenzione non scontata. Presi dalla quotidianità della classe può accadere che diventi sempre più difficile pensare alle motivazioni che sostengono l’essere insegnanti in una scuola dell’Infanzia e che portano, tutti i nostri docenti, ad entrare nelle classi, dialogare con colleghi e genitori, vivere fianco a fianco ai più piccoli.

Insieme alle maestre dell’Infanzia della scuola Marri-S.Umiltà di Faenza, Sabrina, Monica e Federica, abbiamo quindi indagato cosa amano di questo mestiere e da dove è nata la passione per l’insegnamento.

Federica: “Osservavo mia nonna diversificare la didattica in funzione dei suoi alunni”

“La passione per questo lavoro nasce fin da quando ero piccola,” racconta Federica, maestra dell’infanzia a S. Umiltà, “osservavo mia nonna preparare e diversificare la didattica in funzione dei suoi alunni e percepivo l’amore, l’attenzione e la cura che aveva per quei bambini. La mia azione educativa si basa sul creare un clima sereno e aperto alle diversità, accogliendo i bisogni di tutti i bambini. Credo sia fondamentale progettare una didattica inclusiva volta alla crescita e alla realizzazione di ciascuno.

Allo stesso tempo penso sia indispensabile avere un atteggiamento critico per poter osservare e, se necessario, intervenire nel momento opportuno dando un sostegno al bambino. Tale atteggiamento è funzionale anche per noi insegnanti, ci permette infatti di metterci continuamente in discussione migliorando sempre la nostra azione educativa.”

Monica: “Non scordo mai il significato della parola Educare”

“Per rispondere a questa domanda cerco di non dimenticare mai il significato della parola Educare dal latino educere “tirar fuori…” Tirare fuori da ogni bambino, nella sua unicità  le sue predisposizioni, curiosità, domande, errori, emozioni, consapevolezze, e una lista infinta di piccoli tasselli che lo rendono un costruttore attivo della propria conoscenza e del proprio essere.

Tutto questo deve essere sempre sostenuto da relazioni e da un ambiente a lui favorevole e facilitatore dove le emozioni positive lo accompagnano e lo sostengono nelle esperienze davvero significative per la sua crescita. L’insegnante osserva, sostiene, facilita, accompagna senza imporsi e sostituirsi in modo da far raggiungere al bambino la sua autonomia non solo pratica ma soprattutto relazionale ed emotiva.”

Sabrina: “Insegno per formare gli uomini e le donne del domani”

La mia azione educativa ha un grande obiettivo che è quello di formare gli uomini e le donne di domani ma, non non solo attraverso le pure conoscenze, ma attraverso l’etica ed il senso civico che caratterizzano tutta la persona.  Ed è in nome di questo grande principio che nella scuola dell’infanzia si promuove la consapevolezza di sè attraverso un’azione quotidiana che parte da un rapporto sia tra i pari che con gli adulti, e dalla condivisione delle esperienze che promuovono la crescita dei nostri bambini e bambine.

 

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